I risultati di un nuovo studio pilota - presentati a Copenhagen, durante il 13° Congresso Mondiale di Psichiatria Biologica - suggeriscono che i probiotici possono essere efficaci nella riduzione dei sintomi depressivi di base in pazienti naive al trattamento affetti da una forma lieve-moderata del disturbo.


Un gruppo di ricercatori guidati da Caroline Wallace, della Queen's University di Kingston (Ontario, Canada), hanno scoperto che i sintomi correlati a umore, anedonia e disturbo del sonno sono stati significativamente ridotti con la terapia probiotica dopo solo 4 settimane, con risultati mantenuti a 8 settimane. Si tratta di risultati particolarmente interessanti perché i probiotici non sono associati ad alcuno degli effetti avversi delle attuali terapie antidepressive e possono essere assunti in sicurezza per lunghi periodi.

Sperimentato un integratore con due ceppi attivi sull’asse intestino-cervello
Risultati da altri studi preclinici e clinici suggeriscono che i probiotici migliorino i sintomi della depressione. L'ipotesi è che gli effetti siano mediati attraverso l'asse intestino-cervello attraverso la riduzione dell'infiammazione e l’aumento dei livelli di serotonina.

Per valutare l'efficacia dei probiotici nei pazienti naive con depressione, i ricercatori hanno effettuato uno studio pilota usando Probio'Stick, un integratore probiotico che combina due ceppi diversi noti per agire sull'asse intestino-cervello: Lactobacillus helveticus R0052 e Bifidobacterium longum R0175. Lo studio pilota, di 8 settimane, a braccio singolo e in aperto, ha coinvolto 10 pazienti naive al trattamento con disturbo depressivo maggiore che avevano in corso un episodio di depressione.

Dopo un periodo iniziale di screening, i partecipanti sono stati valutati per una serie di sintomi clinici di depressione, tra cui umore, anedonia, ansia e disturbi soggettivi del sonno, al baseline e alle settimane 2, 4 e 8 utilizzando il protocollo “Canadian Biomarker Integration Network in Depression”. Sono stati valutati marcatori molecolari di infiammazione e sono stati determinati i livelli di triptofano e serotonina. I pazienti sono stati sottoposti a valutazione polisonnografica per misurare oggettivamente il sonno.

Risultati positivi in relazione ad ansia, anedonia e disturbi del sonno
Nel poster di Wallace e colleghi presentato a Copenhagen, sono stati mostrati i dati di cinque pazienti (età media: 21,2 anni). Quattro dei cinque pazienti erano donne. Al t-test per campioni accoppiati, i sintomi dell'umore sulla “Montgomery-Asberg Depression Rating Scale” sono migliorati significativamente con la terapia probiotica, da punteggi medi di 24,4 alla baseline a 14,0 alla settimana 4 e a 11,0 alla settimana 8.

C'erano anche significativi miglioramenti nei punteggi dell’anedonia, da un punteggio medio di 36,2 sulla “Snaith-Hamilton Pleasure Scale” alla baseline a 29,4 alla settimana 4 e a 29,4 alla settimana 8.

Risultati simili sono stati osservati per il sonno, con punteggi “Pittsburgh Sleep Quality Index” migliorati da 9,2 alla baseline a 8,6 alla settimana 4 e a 6,2 alla settimana 8. Nonostante si sia rilevata una tendenza verso una riduzione dell'ansia con la terapia probiotica al “State-trait Anxiety Inventory”, i risultati non hanno raggiunto una significatività statistica.

I prossimi step saranno quello di confermare questi risultati in un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo utilizzando lo stesso composto di probiotici. I pazienti nel braccio di trattamento saranno autorizzati ad aumentare la dose in caso di mancata risposta. I pazienti nel braccio placebo che non dovessero rispondere saranno autorizzati a passare al trattamento attivo dopo 8 settimane.

L’obiettivo è quello di reclutare un totale di 108 pazienti. Le valutazioni cliniche e molecolari verranno ampliate per catturare una più ampia gamma di misure e i ricercatori condurranno anche una serie di indagini di neuroimaging.

Efficacia da verificare in trial più ampi, già certo il vantaggio della sicurezza
Anche se l'uso di probiotici come opzione terapeutica per i pazienti con depressione sta diventando più fattibile, non si è ancora sicuri sulla sua efficacia, fanno capire Wallace e colleghi.

«Questo è uno studio pilota, i risultati sono molto preliminari» ribadiscono gli autori. «Sembrano davvero promettenti, ma abbiamo veramente bisogno di seguire questo trial con controlli controllati in maniera randomizzata a doppio cieco perché questo è necessario per stabilire che esiste un effetto».

Se i risultati dovessero essere confermati nel trial randomizzato, secondo i ricercatori uno dei vantaggi dei probiotici sarà il loro profilo estremamente favorevole di effetti avversi rispetto alla terapia antidepressiva standard.

«Fino al 60% dei pazienti interrompe l'uso di un antidepressivo entro i primi 3 mesi e una delle ragioni più comuni si trova negli effetti collaterali» sottolineano.
Al contrario, rilevano Wallace e colleghi, i probiotici «non determinano nausea, vomito, emicranie, ideazione suicidaria, disfunzioni sessuali e si possono assumere nel lungo termine. Quello con cui stiamo lavorando è un integratore giornaliero. Si può prendere una volta al giorno e si potrebbe sicuramente assumere a lungo termine».

A.Z. 
Bibliografia:
13th World Congress of Biological Psychiatry. Poster P-05-015, Copenhagen, June 2017.

Articolo pubblicato su PHARMASTAR (il giornale online sui farmaci)
https://www.pharmastar.it/news/neuro/studio-pilota-probiotici-promettenti-per-il-trattamento-della-depressione-da-lieve-a-moderata-24361